cibo – Sulla Fame Non si specula http://sullafamenonsispecula.org Informati e Partecipa Thu, 04 Apr 2019 10:26:42 +0000 en-US hourly 1 https://wordpress.org/?v=5.1.3 Svizzera: iniziativa contro speculazione all’esame del Consiglio http://sullafamenonsispecula.org/svizzera-iniziativa-contro-la-speculazione-alimentare-va-allesame-del-cosiglio/ http://sullafamenonsispecula.org/svizzera-iniziativa-contro-la-speculazione-alimentare-va-allesame-del-cosiglio/#respond Wed, 17 Jun 2015 12:39:41 +0000 http://sullafamenonsispecula.org/?p=805 È incominciato al Consiglio degli Stati l’esame dell’iniziativa popolare “Contro la speculazione sulle derrate alimentari” lanciata da Gioventù socialista (GISO). L’iniziativa, depositata nel marzo 2014 ...

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È incominciato al Consiglio degli Stati l’esame dell’iniziativa popolare “Contro la speculazione sulle derrate alimentari” lanciata da Gioventù socialista (GISO).

L’iniziativa, depositata nel marzo 2014 con 115’942 firme valide col sostegno del PS, Verdi e varie organizzazioni di cooperazione internazionale, è una risposta alle forti oscillazioni dei prezzi di molti beni agricoli che si sono verificate negli ultimi anni, causando problemi alimentari in diversi Paesi in via di sviluppo.

Secondo i promotori del testo, queste fluttuazioni sarebbero causate soprattutto dalle operazioni speculative eseguite sui mercati finanziari connessi ai mercati agricoli fisici (i cosiddetti mercati a termine delle merci).

Gli autori dell’iniziativa intendono migliorare la sicurezza alimentare e ridurre la povertà e la fame proibendo ogni investimento, diretto o indiretto, in strumenti finanziari legati a materie prime agricole e derrate alimentari. Il divieto concerne gli attori finanziari – come banche e gestori di capitali – con sede in Svizzera.

Per la commissione – che riprende in parte gli argomenti del Consiglio federale che boccia il testo senza controprogetto – l’iniziativa contiene senz’altro aspetti etici e morali evidenti; tuttavia, la modifica costituzionale auspicata avrà effetti molto limitati, dal momento che le borse che si occupano di materie prime alimentari si trovano perlopiù all’estero (Stati Uniti e Asia principalmente).

Inoltre, secondo alcuni studi la speculazione a breve termine non avrebbe conseguenze sul prezzo delle materie prime a lungo termine. La maggioranza crede anche che l’iniziativa potrebbe danneggiare la piazza economica elvetica.

Una minoranza proporrà al plenum di accogliere l’iniziativa giacché è immorale che istituti finanziari, tra cui le casse pensioni, possano speculare sulle derrate alimentari. Per questa minoranza, bisogna contrastare la speculazione poiché quest’ultima ha effetti sulla volatilità dei prezzi.

(fonte: Giornale del Popolo)

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Cibo e finanza: un forum in Expo http://sullafamenonsispecula.org/cibo-e-finanza-un-forum-in-expo/ http://sullafamenonsispecula.org/cibo-e-finanza-un-forum-in-expo/#respond Thu, 28 May 2015 12:40:13 +0000 http://sullafamenonsispecula.org/?p=779 “Cibo e finanza: dalla speculazione senza regole a una nuova architettura”. E’ il titolo di un seminario che “Sulla fame non si specula” insieme al ...

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“Cibo e finanza: dalla speculazione senza regole a una nuova architettura”. E’ il titolo di un seminario che “Sulla fame non si specula” insieme al Forum per la finanza sostenibile, Ritmi Italia ha organizzato per l’8 giugno in Expo grazie al sostegno di Action Aid Italia. Presso la cascina Triulza alle ore 10.15 si aprirà la discussione su finanza e cibo, con l’obiettivo di dare un contributo alla Carta di Milano, il documento che dovrebbe rappresentare l’eredità lasciata da Expo in quanto ai contenuti.

A dare un quadro del problema della speculazione finanziaria sulle materie prime sarà Luigi Russi, autore di “In pasto al capitale” (Castelvecchi Editore): un’analisi accessibile, e al contempo rigorosa, dell’impatto che il sistema finanziario esercita sull’economia del cibo a vari livelli, partendo dalla speculazione sulle derrate alimentari fino alle intricatissime filiere messe in piedi da produttori e supermercati.

Alla discussione che ne seguirà parteciperanno

Stefano Ramelli, SRI Analyst, Vigeo

Roberto Sensi, Food Policy Officer, Action Aid Italia

Luca Jahier, Presidente Gruppo III, Comitato Economico e Sociale Europeo


Mauro Bruni, Presidente, Areté

Le conclusioni saranno affidate a Riccardo Moro, economista e professore di economia dello sviluppo all’Università di Milano, consulente scientifico della campagna “Sulla fame non si specula”. Anche con questo seminario la campagna vuole dare un contributo al dibattito su “Nutrire il pianeta” lavorando su uno specifico problema e proponendo soluzioni concrete, anche in vista del recepimento da parte dell’Italia della direttiva approvata in sede europea Mifid 2 per la regolamentazione degli strumenti finanziari derivati.

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Carta di Milano, ecco cos’ha risposto Maurizio Martina http://sullafamenonsispecula.org/carta-di-milano-ecco-cosha-risposto-maurizio-martina/ http://sullafamenonsispecula.org/carta-di-milano-ecco-cosha-risposto-maurizio-martina/#respond Tue, 05 May 2015 07:38:52 +0000 http://sullafamenonsispecula.org/?p=767 «La Carta di Milano non è modificabile nel suo testo. Può essere però ampliata, in particolare attraverso gli allegati, e quindi alcuni concetti e temi ...

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«La Carta di Milano non è modificabile nel suo testo. Può essere però ampliata, in particolare attraverso gli allegati, e quindi alcuni concetti e temi possono essere ulteriormente sviluppati». Così Maurizio Martina, ministro delle Politiche agricole, ha risposto alla domanda posta dalla nostra campagna: perché temi come la speculazione finanziaria sui beni alimentari e il land grabbing non compaiono nella Carta di Milano, che sarà l’eredità morale lasciata da Expo? (Vedi qui com’è andata)

«Faccio presente che abbiamo lavorato a questo documento in modo aperto, consapevoli del fatto che alcuni temi andranno sviluppati nei prossimi sei mesi, ma che abbiamo anche scritto la Carta con l’idea di offrire ai Paesi partecipanti una piattaforma all’interno della quale tutti si possano riconoscere» ha detto Martina in un’intervista per il sito Unimondo.

Tra le associazioni presenti al dibattito in Cascina Triulza, il luogo che ospita le iniziative della società civile, alcune ci hanno raccontato di essere state coinvolte nella stesura della Carta, che è un documento politico ed evidentemente deve «tener conto di equilibri politici» come dice Martina nell’intervista, che potete leggere nella versione integrale Qui.

 

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Il nostro video sulla finanza slot: il cibo non è solo una merce http://sullafamenonsispecula.org/il-nostro-video-sulla-finanza-slot-il-cibo-non-e-solo-una-merce/ http://sullafamenonsispecula.org/il-nostro-video-sulla-finanza-slot-il-cibo-non-e-solo-una-merce/#respond Tue, 31 Mar 2015 09:50:02 +0000 http://sullafamenonsispecula.org/?p=730 C’è una finanza-slot machine, che usa il cibo come moneta e che scommette sui prezzi dei beni alimentari. E in questo modo si gioca il ...

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C’è una finanza-slot machine, che usa il cibo come moneta e che scommette sui prezzi dei beni alimentari. E in questo modo si gioca il futuro di intere famiglie e popolazioni vulnerabili. Il nostro video!

Sulla fame non si specula – Video from SULLA FAME NON SI SPECULA on Vimeo.

Disegni: Davide Pascetti; Coordinamento editoriale: Emanuela Citterio; Animazione: Studio Magoga

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Dimezzare la fame entro il 2015, secondo la FAO si può http://sullafamenonsispecula.org/dimezzare-la-fame-entro-il-2015-si-puo/ http://sullafamenonsispecula.org/dimezzare-la-fame-entro-il-2015-si-puo/#respond Tue, 16 Sep 2014 13:36:09 +0000 http://sullafamenonsispecula.org/?p=626 Un obiettivo «a portata di mano». Per la Fao dimezzare la fame nel mondo nel 2015 è tutt’altro che impossibile. Ad oggi 63 Paesi in ...

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Un obiettivo «a portata di mano». Per la Fao dimezzare la fame nel mondo nel 2015 è tutt’altro che impossibile.

Ad oggi 63 Paesi in via di sviluppo hanno raggiunto il primo obiettivo del Millennio fissato dall’Onu per il 2015, riuscendo a dimezzare la percentuale di persone denutrite, e altri sei sono sulla buona strada. A rilevare i progressi è il Rapporto sullo Stato dell’insicurezza alimentare nel mondo (Sofi) 2014 presentato dalla Fao con il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (Ifad) e il Programma Alimentare Mondiale (Pam).

A livello globale negli ultimi dieci anni il numero delle persone che soffrono la fame è in calo di 100 milioni di persone. Se il dato è in discesa, tuttavia sono ancora 805 milioni le persone cronicamente sottoalimentate, circa una persona su nove soffre la fame» secondo il nuovo rapporto delle Nazioni Unite.

Ma cosa servirebbe per “nutrire il pianeta”, tema fra l’altro dell’Expo che si terrà a Milano proprio nel 2015, anno posto come riferimento dalle Nazioni Unite per raggiungere gli Obiettivi del millennio?

«Un terzo del cibo prodotto nel mondo viene sprecato per un totale di 1,3 miliardi di tonnellate. 
Questa quantità basterebbe a sfamare le persone che soffrono di fame cronica» sottolinea Coldiretti, commentando in una nota il rapporto di Fao, Ifad e Pam. «Non è eticamente sostenibile» continua la Coldiretti, la realtà di 805 milioni di persone (una su dieci) che non abbiano ancora cibo sufficiente mentre gli sprechi alimentari hanno raggiunto le 670 milioni di tonnellate nei paesi industrializzati e le 630 milioni di tonnellate in quelli in via di sviluppo». L’origine del problema, secondo Coldiretti, è aver trattato il cibo «come una merce qualsiasi», globalizzando tutto senza globalizzare le regole. «Il risultato contraddittorio è stato il diffondersi dell’obesità e dello spreco di cibo nei Paesi ricchi e il furto delle terre fertili. È necessario ora – conclude la Coldiretti – che i decisori politici ne tengano conto mettendo ai vertici della loro agenda la strategicità del cibo e promuovendo politiche che a livello globale definiscano una regia di regole per i beni comuni come il cibo, l’acqua e il suolo».

Da Milano, città che ospiterà l’Expo 2015, arriva intanto l’appello dell’arcivescovo Angelo Scola: «Milano è frammentata, non ha ancora un’anima adeguata ad affrontare il travaglio in cui siamo immersi, per questo ha bisogno di un nuovo umanesimo» ha detto a oltre 300 operatori e volontari Caritas riuniti al Centro Pastorale Ambrosiano di Seveso per la 31esima edizione del convegno delle Caritas decanali intitolato “Pane e Parola. Le radici della fame, il nostro impegno”. Ascoltate i bisogni di chi vi chiede aiuto, recuperate gli scarti alimentari e ridistribuiteli nelle mense dei poveri, ma fatevi interpreti di «un nuovo umanesimo», prendendo a modello i grandi santi della Carità, ha detto l’Arcivescovo. «I santi sanno coniugare l’azione con l’intelligenza e questo produce il genio. Tutte le grandi opere di carità sono espressioni di genialità», ha detto Scola, sottolineando come la sfida sia, in realtà, culturale.

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Speculazione sul cibo, ecco come funziona http://sullafamenonsispecula.org/food-speculation-video/ http://sullafamenonsispecula.org/food-speculation-video/#comments Wed, 03 Sep 2014 12:58:18 +0000 http://sullafamenonsispecula.org/?p=610 Nella primavera del 2008 (e poi ancora nel 2011 e nel 2013) i prezzi dei tre alimenti principali di buona parte della popolazione del mondo ...

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Nella primavera del 2008 (e poi ancora nel 2011 e nel 2013) i prezzi dei tre alimenti principali di buona parte della popolazione del mondo – mai, grano e riso – raddoppiarono e in alcuni casi addirittura triplicarono per poi tornare in pochi mesi ai valori iniziali. Ecco un video che spiega cosa è successo e continua a succedere sui mercati finanziari e come avviene la speculazione.

 

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Speculazione finanziaria: l’Ue prova a darsi regole http://sullafamenonsispecula.org/speculazione-finanziaria-lue-prova-a-darsi-regole-2/ http://sullafamenonsispecula.org/speculazione-finanziaria-lue-prova-a-darsi-regole-2/#respond Mon, 20 Jan 2014 14:43:29 +0000 http://sullafamenonsispecula.org/?p=398 L’Europa prova a darsi regole per frenare la speculazione finanziaria, soprattutto quella che riguarda i beni di prima necessità e alimentari. Ci sono voluti quasi ...

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L’Europa prova a darsi regole per frenare la speculazione finanziaria, soprattutto quella che riguarda i beni di prima necessità e alimentari. Ci sono voluti quasi tre anni di negoziati. Alla fine, nella notte del 14 gennaio a Strasburgo, i rappresentanti del Parlamento europeo, della Commissione europea e dei governi degli Stati membri hanno raggiunto l’accordo sulla riforma della direttiva MiFID, quella che stabilisce le regole per i prodotti finanziari scambiati in Europa. Un accordo giunto sul filo del rasoio, ormai alla vigilia della fine della legislatura europea.

L’obiettivo della riforma della direttiva MiFID è rendere più trasparenti i mercati finanziari e chiudere dei veri e propri ‘”buchi” nella regolazione dei mercati finanziari resi sempre più larghi dall’innovazione tecnologica e alle pratiche iperspeculative.

Sono almeno tre le novità essenziali introdotte dall’accordo. Innanzitutto una maggiore trasparenza: d’ora in poi le transazioni finanziarie potranno avvenire solo attraverso mercati regolamentati.

In secondo luogo, ed è l’aspetto che più riguarda le materie prime e i beni alimentari, verranno introdotti dei limiti di posizione: significa che un operatore finanziario non potrà mai avere in mano oltre una certa quota di titoli legati al mercato di una determinata materia prima; questo per evitare che possa influenzarne l’andamento a partire dai propri interessi, non necessariamente coincidenti con quelli degli altri. Questo varrà, oltre che per i prodotti alimentari, su quelli petroliferi, altro settore su cui si è concentratata spesso la speculazione (anche se l’accordo raggiunto stanotte prevede che per i prodotti petroliferi i limiti di posizione entrino in vigore solo nel 2016).

La terza importante novità è che il Mifid II prevede delle misure contro l’High Frequency Trading, cioè quei sistemi che oggi permettono agli operatori finanziari di comprare e vendere titoli attraverso sistemi automatizzati che ragionano per algoritmi matematici, compiendo anche migliaia di operazioni in un minuto, all’unico scopo di trarre il massimo profitto dagli scambi finanziari in modo speculativo.

“Per la prima volta in UE, agiremo per impedire la speculazione sui beni alimentari” ha detto la vicepresidente della Commissione per gli affari economici e monetari del Parlamento europeo (ECON) Arlene McCarthy. “Prezzi alti e volatili hanno un impatto devastante sui paesi poveri e dipendenti dal cibo”. “Abbiamo combattuto duramente, lavorando a stretto contatto con le ONG, così da assicurare la creazione di un sistema efficace di limiti da imporre agli operatori finanziari” ha proseguito la McCarthy. “Abbiamo raggiunto tutto questo nonostante l’opposizione del governo britannico e dei conservatori”.

Il raggiungimento dell’accordo in sede europea, osteggiato da diversi gruppi e frutto di lunghe negoziazini fra posizioni diversi, è anche il risultato di numerose inziative di informazione e di advocacy della società civile europea. In Italia a esprimere soddisfazione è stata la campagna Sulla fame non si specula, lanciata a Milano da un gruppo di cittadini e associazione che vede anche il sostegno di enti locali come il Comune di Milano e la Provincia autonoma di Trento.

Uno snodo decisivo dell’applicazione della riforma MiFID riguarderà proprio i limiti di posizione. L’accordo prevede che siano stabiliti a livello nazionale dai singoli paesi membri: l’efficacia di questa misura dipenderà quindi dalle scelte dei singoli governi dell’Unione europea in fase di attuazione della direttiva. “Essendo un aspetto decisivo, sarà fondamentale vigilare perché questi limiti siano reali e le misure efficaci. In Italia noi saremo presenti e faremo sentire la voce di cittadini e associazioni” afferma Giorgio Bernardelli, uno dei portavoci della campagna italiana.

A sollevare analoghe preoccupazioni sono state organizzazioni come Oxfam e World Developement Movement, che soprattutto in Gran Bretagna portano avanti da anni una campagna di sensibilizzazione sul problema della speculazione sui beni alimentari.

“I limiti di posizione verranno fissati dai governi nazionali e non a livello europeo” si legge in comunicato di Oxfam International. “C’è il rischio che se, per esempio in Gran Bretagna, si dovesse fissare un tetto di limiti inefficace,  questo provochi una corsa al ribasso tra i Paesi europei”. L’Inghilterra è infatti tra i Paesi europei quello da sempre più restio a introdurre regole nei mercati finanziari.

di Emanuela Citterio (fonte: Unimondo)

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