«La Carta di Milano non è modificabile nel suo testo. Può essere però ampliata, in particolare attraverso gli allegati, e quindi alcuni concetti e temi possono essere ulteriormente sviluppati». Così Maurizio Martina, ministro delle Politiche agricole, ha risposto alla domanda posta dalla nostra campagna: perché temi come la speculazione finanziaria sui beni alimentari e il land grabbing non compaiono nella Carta di Milano, che sarà l’eredità morale lasciata da Expo? (Vedi qui com’è andata)
«Faccio presente che abbiamo lavorato a questo documento in modo aperto, consapevoli del fatto che alcuni temi andranno sviluppati nei prossimi sei mesi, ma che abbiamo anche scritto la Carta con l’idea di offrire ai Paesi partecipanti una piattaforma all’interno della quale tutti si possano riconoscere» ha detto Martina in un’intervista per il sito Unimondo.
Tra le associazioni presenti al dibattito in Cascina Triulza, il luogo che ospita le iniziative della società civile, alcune ci hanno raccontato di essere state coinvolte nella stesura della Carta, che è un documento politico ed evidentemente deve «tener conto di equilibri politici» come dice Martina nell’intervista, che potete leggere nella versione integrale Qui.