– INFORMARE

Le azioni hanno delle conseguenze, ed è ormai chiaro che quello che accade nel mondo della finanza riguarda da vicino le nostre vite. Dal 2008 in poi la crisi della finanza è diventata la crisi di tutta l’economia reale. Per questo alcune decisioni non possono più essere delegate agli “addetti ai lavori”, bisogna cercare di capirne un po’ di più, soprattutto quando c’è in gioco un diritto così essenziale come il cibo.

L’obiettivo principale della nostra campagna è INFORMARE. Per questo abbiamo creato il KIT che potete scaricare direttamente dalla Home del sito. In otto schede abbiamo cercato di abbinare semplicità e rigore, illustrando dinamiche complesse ed evitando facili fondamentalismi. Alcuni strumenti finanziari, come i “futures” sono utili e necessari, tutto dipende da chi li usa e perché.

– CHIEDERE REGOLE…

… che tutelino il diritto al cibo dalle speculazioni finanziarie. Crediamo che non sia un caso che, almeno dal 2008 in poi, le crisi alimentari e le “rivolte del pane” in tutto il mondo siano avvenute subito dopo i picchi dei prezzi dei beni alimentari sui mercati dei futures. Ogni volta, dopo il picco, le quotazioni sono precipitate e gli investitori hanno spostato i soldi altrove. Nel frattempo però il prezzo del pane e dei beni alimentari legati alle commodities agricole erano diventati inaccessibili, soprattutto nei Paesi non autosufficienti da un punto di vista alimentare.

Ecco perché si parla di “bolla”: i derivati sono strumenti finanziari che, se lasciati, senza regole, alimentano un’economia solo di carta. Secondo gli ultimi dati il valore totale dei derivati di tutto il mondo supera di 12,5 volte il Prodotto interno lordo globale. L’economia “virtuale” è enormemente sproporzionata rispetto a quella reale!

– IN EUROPA: SOSTENERE LA RIFORMA MiFID

Negli ultimi anni la Commissione europa ha tentato diverse volte di introdurre regole anti-speculazione attraverso la riforma della direttiva MiFID che riguarda proprio gli strumenti finanziari e in particolare i derivati. Sin dall’inizio la nostra campagna si è alleata con altre sorte in diversi Paesi europei per fare pressione sul Parlamento europeo, anche attraverso i nostri rappresentanti.

Nel gennaio del 2014 è arrivato il primo successo: un accordo, che per la prima volta introduce limiti alla speculazione finanziaria sulle commodities e pone un argine allo scandalo della speculazione sulle materie prime agricole. Tutto però ora dipenderà da come i Paesi membri applicheranno la direttiva europea.

– IN ITALIA: SOCIETA’ CIVILE ED ENTI LOCALI POSSONO FARE MOLTO

Nel 2011 la campagna è partita rivolgendosi in particolare agli enti locali, chiedendo a comuni, provincie e regioni di sottoscrivere un codice di condotta che impegna le amministrazioni  a non investire in titoli legati a beni alimentari.

Sin dall’inizio l’appello lanciato dalla campagna ha raccolto l’adesione di numerose organizzazioni, gruppi, associazioni ed enti locali, ma anche di singole persone che hanno aderito attraverso il nostro sito. Il Comune di Milano ha dato il proprio patrocinio all’iniziativa e in seguito hanno aderito la Provincia di Trento e Regione Lombardia.

E ora cosa resta da fare?

– CHIEDERE ALL’ITALIA DI APPLICARE LA RIFORMA MiFID

Seguiremo passo per passo le azioni del governo italiano rispetto alla riforma dei derivati, in sintonia con chi sta lavorando in parlamento per una finanza sostenibile.

– SENSIBILIZZARE

Le persone che hanno dato vita alla campagna, gli esperti e i rappresentati di associazioni che supportano l’iniziativa parteciperanno a eventi in tutta Italia portando i contenuti e le istanze della campagna, spiegando i risultati raggiunti e quello che ancora resta da fare

– EXPO 2015: MILANO SI FARA’ PORTAVOCE DEL DIRITTO AL CIBO?

Milano è una delle piazze finanziarie più importanti del mondo, dove i derivati legati ai beni alimentari vengono scambiati ogni giorno. Ma è anche la città che nel 2015 ospiterà l’esposizione universale dedicata a “Nutrire il pianeta, energia per la vita”.

Da Milano ci aspettiamo un segnale forte che dica che il diritto al cibo vale più del profitto a breve termine ottenuto attraverso operazioni speculative che ignorano ogni possibile conseguenza sulla vita delle persone.