«Chiediamo al ministro di avere coraggio, di non accontentarsi della forma, dei riti e dell’ufficialità. Bisogna affrontare la speculazione finanziaria sui beni alimentari, il land grabbing, gli OGM, la concorrenza fra produzione di biocarburanti e alimentazione umana». A lanciare l’appello è Alessandro Mostaccio, segretario generale del Movimento Consumatori. L’organizzazione, fra i promotori della campagna “Sulla fame non si specula”, ha chiesto che il governo includa nella Carta di Milano il documento che un gruppo di associazioni coordinate dal mensile Vita ha elaborato e inviato nei giorni scorsi agli autori di quella che dovrebbe essere l’eredità morale di Expo 2015. Il documento, in sei punti di integrazione alla Carta di Milano, pone l’accento su questioni che la Carta non affronta: la speculazione finanziaria sui beni alimentari, il land grabbing, gli OGM, la concorrenza fra produzione di biocarburanti e alimentazione umana.
Il 26 settembre scorso, il ministro Martina ha presentato all’Onu la Carta di Milano, sottolineando che l’apporto del documento è «un grande patto di responsabilità di tutti” per raggiungere l’obiettivo della fame zero entro il 2030 e per avere un mondo più sostenibile». Il ministro ha aggiunto che la Carta di Milano è uno degli strumenti più utili che l’Italia poteva mettere in campo per dimostrarsi leader globale della diplomazia agricola e alimentare.
Il Movimento Consumatori chiede che non si sprechi un’occasione come questa. «Chiediamo al ministro di avere coraggio, di non accontentarsi della forma, dei riti e dell’ufficialità», dice Alessandro Mostaccio, segretario generale MC, «ma di andare alla sostanza, includendo nella Carta il documento che un gruppo di associazioni coordinate dal mensile Vita e dalla campagna “Sulla fame non si specula», hanno elaborato (e inviato nei giorni scorsi) ai professori Salvatore Veca, supervisore scientifico e Enrica Chiappero-Martinetti responsabile del percorso di sviluppo sostenibile di Laboratorio Expo che ha curato l’elaborazione della Carta di Milano.
Documento che proprio Veca ha definito «esemplare e importante quale allegato alla Carta di Milano». «Il governo Italiano», ha continuato Mostaccio, «non sprechi un’occasione unica e integri la Carta prima che la stessa venga consegnata ufficialmente al segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, il 16 ottobre prossimo in occasione della sua visita a Expo. Pena l’aver ottenuto 1 milione di firme su un testo che è e rimane una “spremuta/concentrato” di genericità, vane statuizioni di principio e buoni propositi, ma che non delinea nessun impegno concreto e nessuno strumento di azione per diminuire le diseguaglianze dell’accesso al cibo».