La sicurezza alimentare e i diritti umani rimangono profondamente minacciati dalla concentrazione della proprietà della terra, dalla dominazione dei sistemi alimentari e da politiche incoerenti”: lo ha denunciato il rapporto dell’Osservatorio per il Diritto al Cibo e alla Nutrizione 2014, presentato ufficialmente oggi alla Fao con la partecipazione del nuovo Relatore Speciale delle Nazioni Unite per il Diritto al Cibo, Hilal Elver. “Così come celebriamo i progressi compiuti nel’ultimo decennio, è importante ricordare che dovremo lavorare ancora più duramente per realizzare il diritto al cibo affinché la fame e la malnutrizione non affliggano più l’umanità’”, ha ammonito Elver, in occasione del decimo anniversario delle Linee Guida Volontarie per Sostenere la Progressiva Realizzazione del Diritto ad un’Alimentazione Adeguata nell’Ambito della Sicurezza Alimentare Nazionale.

L’Osservatorio 2014 – dal titolo “Dieci Anni delle Linee Guida sul Diritto al Cibo: i Successi, le Preoccupazioni e le Lotte” – illustra i processi chiave della politica e mette in evidenza l’aumentata influenza delle imprese nella governance internazionale del cibo e della nutrizione come crescente sfida nella lotta per il diritto ad un’alimentazione adeguata. Da un lato, il maggiore peso delle corporazioni multinazionali del settore alimentare e delle bevande su cosa finisce nel piatto del consumatore ha portato ad un alto consumo di cibo malsano iper trasformato, contribuendo così all’obesità e malnutrizione nei sia nei paesi sviluppati che nei paesi in via di sviluppo.

Tra il 40 e il 50 per cento della popolazione adulta in Belgio e in Colombia è in sovrappeso, riporta l’Osservatorio 2014.

Dall’altro, gli investitori finanziari e dell’agroindustria stanno prendendo il controllo delle risorse naturali e minano i diritti e la sovranità alimentare delle comunità locali e dei piccoli produttori di alimenti. Tali pratiche sono favorite e fatte passare dai governi nel nome dello “sviluppo”.

Negli ultimi anni in Mali circa un milione di ettari di terreno sono stati sottratti privando le comunità contadine dei propri mezzi di sussistenza. L’espansione dell’industria mineraria in Svezia e il suo impatto sulle popolazioni indigene e contadine rende evidente che l’appropriazione indebita di terre è un fenomeno di carattere mondiale.

L’Osservatorio chiama i governi ad esercitare la volontà politica per affrontare le ingiustizie nei sistemi alimentari, chiedendo che il diritto al cibo sia integrato in politiche sul cibo, la nutrizione, l’energia e il commercio coerenti.

Il rafforzamento delle istituzioni democratiche e i meccanismi che riguardano quelli che sono i più colpiti dalla fame nel processo decisionale corrispondono agli obiettivi della mobilitazione sociale e della resistenza in corso in tutto il mondo – dal Guatemala all’India ed alla Norvegia – come rivela l’Osservatorio 2014.

Come ha sottolineato Olivier De Schutter, precedente Relatore Speciale delle Nazioni Unite sul Diritto al Cibo “ci sono attori importanti in grado di bloccare il cambiamento in base alla posizione dominante che hanno acquisito nei sistemi alimentari e politici. Per questo la democrazia del cibo è veramente la chiave per arrivare a sistemi alimentari più sostenibili.

(fonte: Asca)

L’immagine è una vignetta di Glez, per gentile concessione del sito Afronline.org