Un mondo senza fame non è un’utopia. Lo ha detto il direttore della Fao Graziano da Silva: «Grazie al lavoro fatto sul primo Obiettivo del Millennio, ossia dimezzare la percentuale di affamati rispetto al 1990/92, l’incidenza della fame sulla popolazione globale è diminuita di circa il 40 per cento, passando dal 18,7 all’11,3 per cento. Nello stesso periodo, oltre 200 milioni di persone sono uscite dalla fame. Il nostro impegno, adesso, è eliminarla del tutto».

Alla conclusione della campagna per gli Obiettivi del Millennio, la Fao userà l’Expo dedicata al tema della Nutrizione come vetrina per fare il punto sui risultati ottenuti e rilanciare l’agenda del post 2015. L’agenzia delle Nazioni Unite inoltre ha dato il proprio contributo nel percorso verso la “Carta di Milano”, il documento che costituirà l’eredità di Expo e conterrà indicazioni sugli obiettivi da raggiungere in materia di diritto al cibo ed educazione alimentare.

«È molto importante che i temi cruciali delle Nazioni Unite e di ogni singolo Paese come diritto al cibo, sprechi alimentari, sistemi agricoli sostenibili e la giusta attenzione all’empowerment femminile, si riflettano nelle priorità individuate dalla Carta di Milano» ha detto Graziano da Silva.

Ad Expo la presenza dell’Onu non sarà legata ad un singolo stand, sarà una presenza trasversale che, partendo dal Padiglione Zero accompagnerà i visitatori lungo un itinerario tematico attraverso tutte le aree della manifestazione. A segnare il percorso saranno 18 installazioni multimediali contraddistinte da un grande cucchiaio blu, dove i visitatori potranno scoprire il lavoro delle diverse agenzie dell’Onu, la complessità e la vastità del loro campo d’azione, grazie ad immagini, video, mappe ed infografiche.

L’obiettivo è «portare la voce di 805 milioni di persone che ancora oggi soffrono la fame» afferma Da Silva. «Il nostro slogan sarà “Sfida fame Zero: uniti per un mondo sostenibile”. È la sfida lanciata a New York dal Segretario Generale, che ci vede uniti per un mondo libero dalla fame, un problema che davvero può essere risolto nell’arco della nostra generazione. Ma se vogliamo vincere la battaglia contro la fame dobbiamo investire di più nell’agricoltura sostenibile e riconoscere il ruolo fondamentale degli agricoltori».