Un accordo globale sull’alimentazione e la nutrizione, un impegno comune a superare i paradossi del cibo e costruire insieme un futuro sostenibile: un anno fa, al 5° International forum on food and nutrition promossa dalla Fondazione Barilla for food and nutrition (Bcfn), nasceva il Protocollo di Milano. E al 6° forum, in programma per il 3 e 4 dicembre prossimi, verrà presentata la versione finale del Protocollo, qualche mese prima dell’avvio di Expo 2015 dedicato al tema della nutrizione. A inizio novembre il Protocollo è approdato davanti alla Commissione Agricoltura del parlamento europeo a Bruxelles.
I macro-obiettivi del Protocollo di Milano sono tre: abbattimento del 50% entro il 2020 degli 1,3 miliardi di tonnellate di cibo sprecato nel mondo attraverso campagne mirate ad accrescere la consapevolezza del fenomeno e accordi di lungo termine che coinvolgano l’intera catena alimentare a partire dalla filiera agricola; attuazione di riforme agrarie e lotta alla speculazione finanziaria, con limitazioni all’utilizzo di biocarburanti a base alimentare; lotta all’obesità, con il richiamo all’importanza dell’educazione alimentare sin da bambini e alla promozione di stili di vita sani.
Si calcola che in Italia lo spreco domestico di cibo valga 8,7 miliardi di euro: deriva dallo spreco settimanale medio di circa 213 grammi di cibo che finisce in spazzatura al costo di 7,06 euro settimanali a famiglia. Secondo la Fondazione bisogna agire per risolvere il duplice paradosso dato dal fatto che ogni anno 36 milioni di persone muoiono perché non hanno da mangiare e altri 29 milioni perché mangiano troppo, con campagne mirate ad accrescere la consapevolezza del fenomeno, accordi di lungo termine sulle filiere agricole per migliorare la pianificazione e arginando l’avanzata dei biocarburanti (si stimano altri 40 milioni di ettari sottratti alla coltivazione di alimenti entro il 2020). A oggi hanno aderito al Protocollo 25 organizzazioni, tra cui il ministero delle Politiche agricole, Legambiente, Wwf, Bioversity International, Global Water Fund, Coldiretti, Confagricoltura.
(fonte: Il Sole 24 ore)