A motivare la decisione ci sarebbero la progressiva riduzione della redditività del settore e la stretta regolamentare imposta dalle autorità di controllo che tende a limitare sempre di più l’esposizione delle banche sulle commodities.
E alla fine anche Barclays disse basta. E poco importa che anche in questo caso si tratti di una scelta obbligata. Non diversamente da altri colossi del mondo finanziario, la banca britannica sarebbe pronta ad uscire dal business delle materie prime ponendo così fine ai suoi investimenti nei comparti dei metalli, dell’energia e delle commodities agricole. Lo riferisce il Financial Times. La notizia dovrebbe essere resa ufficiale nella giornata di martedì quando l’istituto dovrebbe annunciare anche pesanti tagli al suo staff della divisione materie prime. Anche i comparti cartolarizzazione, transazioni di crediti, mercati emergenti e crediti strutturati dovrebbero andare incontro a tagli significativi.
A motivare la decisione dell’istituto, sostiene il Financial Times ripreso dalla Reuters, ci sarebbero almeno un paio di fattori. In primo luogo la progressiva riduzione della redditività del settore, in secondo luogo la stretta regolamentare imposta dalle autorità di controllo che tende a limitare sempre di più l’esposizione delle banche sulle commodities. Da tempo questi due fenomeni stanno condizionando le scelte delle banche spingendo molte di esse a perseguire una exit strategy. A metà marzo, JP Morgan aveva annunciato il raggiungimento dell’intesa con il trader Mercuria Energy Group Limited per il trasferimento a quest’ultima delle proprie attività nel comparto. Un’operazione da 3,5 miliardi che dovrebbe concludersi nel terzo trimestre di quest’anno.
di Matteo Cavallito (VALORI)