Le nuove annunciate regole europee per frenare la speculazione sui beni alimentari sono tutt’altro che perfette a causa della forte attività di lobby di banche e altri operatori finanziari. Lo sostiene un’analisi di VIGEO, agenzia di rating sociale ed ambientale europea. “Un punto di debolezza della direttiva” sostiene il rapporto “è il fatto che i cosiddetti “limiti di posizione” saranno fissati a livello nazionale da ogni Stato membro e non a livello europeo: in questo modo vi è il rischio che alcuni Paesi (in particolar modo la Gran Bretagna, che si è sempre opposta all’accordo in merito) possano fissare regole piuttosto blande per attirare capitali, dando vita a quella che è stata definita una possibile corsa al ribasso che diluirebbe di molto l’effetto della nuova regolamentazione”. Il rapporto di VIGEO passa in rassegna nella parte finale il comportamento delle banche nei confronti dell’uso dei derivati legati ai beni alimentari e la loro risposta alle campagne di sensibilizzazione della società civile.

Banche e speculazione sul cibo: una lezione dalle ONG 

Di Stefano Ramelli e Cristina Daverio di VIGEO Italia

Il 14 gennaio 2014 il Parlamento e il Consiglio Euro- peo hanno annunciato l’accordo sull’introduzione di misure per ridurre le attività speculative sulle mate- rie prime da parte degli istituti finanziari, nell’ambi- to dell’attesa riforma dei mercati degli strumenti fi- nanziari (MiFID II Markets in Financial Instruments Directive II). In base all’accordo, saranno introdotti dei limiti alle posizioni finanziarie sui derivati relativi alle materie prime, riducendo così il rischio che i sin- goli operatori possano influenzarne significativa- mente i prezzi. Inoltre, la negoziazione privata e non regolata di contratti derivati (i cosiddetti “over the counter”) e gli scambi ad alta velocità, che possono destabilizzare i mercati, saranno regolati da specifici quadri legislativi.

Queste misure sono state accolte con soddisfazione dai tanti gruppi della società civile (tra cui l’italiana ‘Sulla Fame Non si Specula’) e dalle organizzazioni non governative (tra cui Oxfam, World Development Movement, Friends of the Earth, Foodwatch) impe- gnate da diversi anni nella sensibilizzazione dell’opi- nione pubblica e delle autorità europee sugli effetti della speculazione finanziaria e degli investimenti

passivi sulla volatilità di prezzo di prodotti alimentari di base, come il riso, il mais e il grano. Tuttavia, come anche sottolineato da Oxfam1, le nuove annunciate rego- le europee sono tutt’altro che perfette a causa della forte attività di lobby di ban- che e altri operatori finanziari. In particolare, un punto di debolezza della direttiva è il fatto che i limiti di posizione saranno fissati a livello nazionale da ogni Sta- to membro e non a livello europeo: in questo modo vi è il rischio che alcuni Pae- si (in particolar modo la Gran Bretagna, che si è sempre opposta all’accordo in me- rito) possano fissare regole piuttosto blande per attirare capitali, dando vita a quella che è stata definita una possibile corsa al ribasso che diluirebbe di molto l’effetto della nuova regolamentazione.

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