“Ringrazio moltissimo la campagna SULLA FAME NON SI SPECULA perché la mia esperienza, anche al Ministero degli Esteri, mi fa dire che spesso è la società civile che spinge la politica a fare delle scelte avanzate”.
A scriverlo in una email indirizzata agli organizzatori della campagna “Sulla fame non si specuala” è Patrizia Toia, fra gli europarlamentari che stanno seguendo da vicino la riforma della direttiva MiFID, con l’obiettivo di porre un argine alla speculazione senza regole sui mercati finanziari, soprattutto quella che riguarda i beni alimentari e le commodities.
A Strasburgo, nella notte del 14 gennaio 2014, sul filo del rasoio dello scadere della legislatura, i rappresentanti del Parlamento europeo, della Commissione europea e dei governi degli Stati membri hanno raggiunto l’accordo sulla riforma della direttiva MiFID, che stabilisce le regole per i prodotti finanziari scambiati in Europa.
Un risultato che è stato anche frutto di molte mobilitazioni della società civile avvenute in diversi Paesi europei, fra cui la campagna italiana “Sulla fame non si specula”, lanciata nel 2011 da cittadini e organizzazioni del Terzo Settore con un appello partito da Milano, la città che con l’Expo nel 2015 si propone di mettere al centro dell’attenzione il tema «Nutrire il pianeta, energia per la vita».
“La campagna ha tenuto alta l’ambizione e ci ha indicato un obiettivo coraggioso: la speculazione deve avere un limite e deve fermarsi prima che diventi un danno sociale” ha commentato Patrizia Toia subito dopo l’accordo raggiunto in sede UE. “Molti pensano che parlare di limiti e di divieti sia non essere abbastanza liberali, ma qui si tratta di far valere la libertà di intere popolazioni di non patire la fame e la libertà dell’accesso alle risorse primarie, come quelle dalle materie agricole essenziali per i beni alimentari”.
“La lotta alla speculazione finanziaria é un obiettivo sacrosanto in un’economia che rispetti i diritti essenziali delle persone” continua la Toia. “Spesso le soluzioni delle direttive europee sono troppo timide e vengono annacquate, ma stavolta la pressione della società civile ha aiutato a ottenere un buon risultato”.
L’europarlamentare italiana chiude con un auspicio: “Spero che questo orientamento si mantenga per tante altre regole finanziarie che si dovranno fare non solo sui derivati e sulle commodities ma più in generale nel rapporto tra economia, finanza e produzione”.