Un progetto no profit nato nelle piazze, con un collettivo che porta in scena uno spettacolo per spiegare con linguaggio semplice i meccanismi della finanza e le sue conseguenze sulla vita quotidiana. E che oggi è diventato fumetto. Una lettura agile e democratica che potrebbe renderci cittadini più responsabili.

Bolle. Derivati. Austerity. Molte di queste parole sono entrate per causa di forza maggiore nel vocabolario quotidiano di noi, comuni cittadini, che della res pubblica subiamo decisioni e conseguenze. Ma se è vero che più o meno tutti, sebbene non addetti ai lavori, sapremmo orientarci per capire il senso di un discorso di natura finanziaria, è vero anche che tutti cadremmo inesorabilmente in fallo se ci chiedessero di spiegare cosa esattamente sia una bolla, appunto, o come il fallimento di Lehman Brothers abbia potuto trascinare con sé nel crollo l’intera economia del mondo occidentale. Così, l’arrivo di questo manualetto si accompagna a grandi aspettative: si chiama Pop Economix, e spiega la crisi a fumetti. Un mezzo semplice, veloce e molto pop, nel senso più autentico del termine. L’idea è dell’omonimo collettivo Pop Economy che dall’inizio del 2013 gira le piazze italiane (siamo a 100 date in 80 città per 15mila spettatori) per parlare di economia con un linguaggio accessibile a tutti. Un progetto non profit, aperto al contributo e al sostegno da parte di chi pensa che l’informazione sia presupposto di democrazia, libertà e giustizia, che da Live Show (di Alberto Pagliarino, Nadia Lambiase e Paolo Piacenza) è diventato magazine, e da magazine è diventato appunto graphic novel, pubblicata da Becco Giallo (160 pp, 16 euro) e disegnata da Davide Pascutti, Premio Albertarelli come Miglior nuovo autore 2011.

LEGGI ALCUNE TAVOLE DEL FUMETTO

“Disegnare Pop Economix non è stato particolarmente difficile, è scriverlo che mi è costato fatica e sudore”, racconta Pascutti, che ha seguito tappa per tappa il tour dello spettacolo per entrare nel vivo del tema, fare proprio l’approccio con cui Alberto Pagliarino, l’attore che porta in scena il testo, spiega al pubblico una storia che tutti conoscono ma pochi hanno compreso a fondo. “Tutto inizia con una bolla. Quanti tipi di bolla conoscete? Bolle di sapone, bolle di chewing gum, bolle nell’acqua quando è ora di buttare la pasta… ma la bolla finanziaria, cos’è?” Questo l’incipit del fumetto, e della triste storia che ne segue: la bolla scoppia, i titoli perdono fino al 78% del loro valore. Investitori e risparmiatori si ritrovano in mutande. Consumi e produzione calano drasticamente e nel marzo 2001 gli Stati Uniti entrano in recessione. È questione di tempo perché le conseguenze arrivino fino a noi. All’inizio le famiglie non se ne accorgono, i consumi calano poco. Poi le imprese restano senza soldi perché le banche non prestano più, e senza soldi non investono, non crescono e non pagano gli stipendi. Cominciano a tagliare, ridurre, licenziare. In quel momento la crisi della finanza diventa la crisi di tutta l’economia reale.

“Cerchiamo di rispondere alle domande dell’uomo della strada, alle nostre stesse perplessità”, spiega ancora l’autore: “da un lato rendiamo alcuni concetti accessibili a tutti, dall’altro li invitiamo ad approfondire”. Così, pagina dopo pagina, il protagonista del fumetto nei panni di un Virgilio Pop spiega come i titoli finanziari abbiamo fatto impazzire (e poi quasi scomparire) i mutui, come la Grecia abbia fatto “crack”, presenta i PIGS (Portogallo, Italia, Grecia, Spagna) e spiega le ragioni degli Indignados, analizza perché i responsabili della crisi non siano in prigione e nemmeno ci andranno (uno per uno, tutti e 15 i nomi dati dal New York Times con foto/ritratto segnaletico “perché se li incrociate per casa gli potete sempre sputare in un occhio”).  La realizzazione del volume dà valore aggiunto al tutto: le illustrazioni hanno licenza Creative Commons, quindi possono essere usate, riprodotte e condivise con citazione dei credit e senza fini di lucro, il fumetto è stato realizzato con Inkscape, software libero per il disegno vettoriale, e stampato su carta certificata FSC, da foreste gestite in maniera corretta e responsabile.

Mettiamola così: se i libri di testo delle scuole superiori potessero trovare nel fumetto la forza narrativa che anima questo libretto, i ragazzi divorerebbero in un pomeriggio anche i manuali delle materie più ostiche. Certo, dichiarare la necessità della presenza di Pop Economix su ogni comodino può sembrare eccessiva e sospetta lode alla pubblicazione e all’editore, ma a cosa serve il giornalismo se non a informare su modi e metodi per diventare cittadini più responsabili?

Visita il sito di Pop Economix per scoprire tutte le date degli spettacoli.

(fonte: Repubblica)