Due anni di tempo in più per adeguarsi agli standard sulla cartolarizzazione imposti dalla Volcker Rule, uno dei punti cardine del Dodd-Frank Act, la maxi legge di riforma finanziaria Usa. È ciò che hanno ottenuto le banche americane dopo lunghe lamentele espresse in questi mesi circa le possibili perdite associate alla nuova regolamentazione. Il via libera alla proroga è arrivato direttamente dalla Federal Reserve. Lo riferisce Bloomberg evidenziando come la data ultima per il raggiungimento degli standard regolamentari slitti ora al 21 luglio 2017.
Al centro della questione ci sono le collateralized loans obligations (CLOs), i celebri “insaccati finanziari” costruiti sui crediti (soprattutto del settore immobiliare) che hanno avuto un ruolo determinante nello sviluppo della crisi. I CLOs sono titoli derivati scambiabili sul mercato e che, come tali, possono trasformare un credito in liquidità. Ad oggi le banche li hanno inseriti a bilancio facendoli rientrare in quella categoria patrimoniale degli assets di prima qualità, quelli che concorrono a formare il cosiddetto Tier-1. La nuova regola impone agli istituti di escludere i CLOs dal calcolo del parametro patrimoniale mettendo così in difficoltà gli istituti.
La normativa mira a garantire maggiore solidità alle banche e a limitare le operazioni speculative ma il timore, a questo punto, è che la corsa al disinvestimento dai prodotti della cartolarizzazione produca un ribasso dei prezzi generando significative perdite sul mercato. Ad oggi, segnala ancora Bloomberg, citando i dati della Loan Syndications and Trading Association, i CLOs in mano alle banche Usa varrebbero 70 miliardi di dollari.
(Fonte: Valori)