Dopo due anni e mezzo di dichiarazioni – e ormai alla vigilia della fine della legislatura europea, che avrebbe fatto slittare il provvedimento a data da destinarsi – questa notte a Strasburgo i rappresentanti del Parlamento europeo, della Commissione europea e dei governi degli Stati membri hanno raggiunto l’accordo sulla riforma della direttiva MiFID, che stabilisce le regole per i prodotti finanziari scambiati in Europa.

Il fatto che ora l’Europa arrivi ad approvare un atto concreto che ha tra i suoi obiettivi la lotta alla speculazione finanziaria, e in particolare al fenomeno che riguarda le commodities e i beni alimentari, è anche risultato di molte mobilitazioni della società civile avvenute in diversi Paesi europei, fra cui la campagna italiana “Sulla fame non si specula”, lanciata nel 2011 da cittadini e organizzazioni del Terzo Settore con un appello partito da Milano, la città che con l’Expo nel 2015 si propone di mettere al centro dell’attenzione il tema «Nutrire il pianeta, energia per la vita».

“Per la prima volta vengono introdotti limiti alla speculazione finanziaria sulle commodities e si pone un argine allo scandalo della speculazione sulle materie prime agricole, cioè quel meccanismo che rende oggi possibile arricchirsi con le fluttuazioni sui mercati internazionali dei prezzi di prodotti come il frumento, il mais o la soia” afferma uno dei portavoce della campagna, Giorgio Bernardelli, giornalista del Pime di Milano. “Un meccanismo che ha anche un rovescio della medaglia: accentuando la volatilità dei prezzi, si rischia (almeno nel breve periodo) di rendere più drammatici gli effetti di fenomeni come una carestia o un’inondazione nei Paesi più poveri”.

“Della riforma MiFID apprezziamo l’obiettivo di portare più trasparenza sul mercato dei derivati,  e l’introduzione di limiti di posizione nei confronti degli investitori per evitare manipolazioni e distorsioni del mercato. I limiti di posizione verranno stabiliti a livello nazionale, l’efficacia di questa misura dipenderà quindi dalle scelte dei singoli Paesi dell’Unione europea in fase di attuazione della direttiva. Essendo un aspetto decisivo, sarà fondamentale vigilare perché questi limiti siano reali e le misure efficaci. In Italia noi saremo presenti e faremo sentire la voce di cittadini e associazioni”

In Italia la campagna Sulla fame non si specula è nata da un gruppo di giornalisti, economisti ed esponenti del Terzo Settore nel 2011 e vede fra i promotori organizzazioni del terzo settore come Acli, Ipsia, Intervita, Pime, Fondazione Banca Etica, Unimondo e Link 2007. All’appello della campagna hanno aderito migliaia di cittadini, enti locali e numerose organizzazioni fra cui  Acra, Altromercato, Coldiretti, CoLomba, Mag2 Finance, Mani Tese, Legambiente, Slow Food, Terre di

Mezzo, VITA, Volontari per lo sviluppo, WWF. L’iniziativa ha ottenuto il patrocinio del Comune di Milano, il sostegno della Provincia Autonoma di Trento e l’adesione con una mozione da parte sia della Regione Lombardia che della Provincia Autonoma di Trento.